Non serve a riflettere il valore di mercato dell’immobile, bensì costituisce la base imponibile sulla quale si applicano le aliquote dei diversi prelievi immobiliari. Tra questi rientrano l’imposta di registro, l’imposta ipotecaria e l’imposta catastale, l’imposta sulle donazioni e l’imposta di successione, nonché l’imposta municipale immobiliare IMI.
Il valore catastale si determina a partire dalla rendita catastale dell’immobile. La rendita catastale può essere ricavata dalla visura catastale.
Ai fini del calcolo del valore catastale, la rendita catastale deve essere innanzitutto rivalutata del 5 %. La rendita così rivalutata va poi moltiplicata, in base alla categoria catastale, per i seguenti coefficienti:
| Categoria catastale | Descrizione | Coefficiente |
|---|---|---|
| A und C (escluse A/10 e C/1) | Abitazioni e relative pertinenze | 120 oppure 110 in caso di abitazione principale |
| B | Edifici pubblici (es. scuole, biblioteche, musei) | 140 |
| A/10 e D | Uffici, opifici/immobili industriali, alberghi | 60 |
| C/1 e E | Negozi e immobili speciali (es. ponti, chiese) | 40,80 |
Dalla visura catastale di un immobile ad uso ufficio della categoria A/10 risulta una rendita catastale pari a 2.912,82 €. Il valore catastale si determina come segue:
prima si rivaluta la rendita del 5 %, cioè 2.912,82 € × 1,05. La rendita rivalutata di 3.058,46 € si moltiplica quindi per il coefficiente 60 previsto per la categoria A/10.
Ne risulta un valore catastale dell’ufficio pari a 3.058,46 € × 60 = 183.507,66 €.